La truffa del finto fabbro: come riconoscerla e come difendersi.
Torni a casa, la porta non si apre.
È sera, magari stai rientrando dopo una lunga giornata. Cerchi su Google “fabbro urgente Torino”, clicchi sul primo risultato e chiami.
Dopo poco arriva un tecnico che, con tono sicuro, ti dice che la serratura è danneggiata, da sostituire immediatamente. Fa il lavoro in fretta… poi ti presenta un conto da 700 euro, solo in contanti, e senza nessuna ricevuta.
Non è un caso isolato. È la classica truffa del finto fabbro, un fenomeno che sta crescendo anche a Torino, sfruttando l’urgenza, la confusione e l’ingenuità delle persone.
Nel giugno 2023, un uomo è stato arrestato proprio a Torino per essersi finto fabbro e aver truffato un’anziana. Si è presentato come tecnico, ha chiesto di entrare per un controllo, e una volta dentro ha rubato denaro e gioielli. (fonte: la stampa)
Quest’anno a Roma, diversi truffatori si sono finti fabbri per entrare in casa di anziani e portare via i loro beni: articolo.
Questo episodio, purtroppo, non è isolato. Ogni mese si moltiplicano le segnalazioni di cittadini che si sono affidati a numeri trovati online e si sono ritrovati vittime di interventi non richiesti, lavori fatti male o conti esagerati per operazioni banali.
La truffa del finto fabbro: come riconoscerla e come difendersi.
La truffa si basa su un meccanismo molto semplice: agire in situazioni d’emergenza, quando l’utente non ha tempo per informarsi, comparare o riflettere.
Ecco lo schema classico:
- La vittima cerca un fabbro su Google, spesso da cellulare, in preda all’urgenza (porta bloccata, chiavi dimenticate, serratura inceppata).
- Clicca su uno dei primi risultati, quasi sempre annunci a pagamento (Google Ads il quale, per legge, non è tenuto a controllare se la partita iva segnalata, corrisponde ad una ditta reale e funzionante).
- Chi risponde non è un fabbro, ma un call center o un intermediario che gira la chiamata al primo disponibile.
- Il “tecnico” che arriva non è qualificato, spesso lavora in nero o è improvvisato: non ha strumenti, non ha una cassetta degli attrezzi, men che meno un’officina mobile.
- Una volta arrivato, esagera il problema (es. “questa serratura è fuori norma”, “il cilindro è spezzato”, “deve essere sostituito”).
- Fa un lavoro veloce, a volte inutile, e chiede cifre altissime: da 400 a oltre 700 euro.
- Richiede pagamento solo in contanti, non rilascia ricevuta né garanzia.
Spesso questi “fabbri” usano mezzi senza logo, non mostrano tesserini identificativi, e non forniscono alcun preventivo prima di iniziare il lavoro.
In alcuni casi, non fanno nemmeno nulla di utile: simulano un controllo, “aprono la porta”, e chiedono 150-200 euro solo per il “diritto di uscita”.
La truffa del finto fabbro: segnali da non ignorare
Anche se sei nel panico, ci sono dei segnali evidenti che possono aiutarti a capire se stai chiamando un vero professionista o stai finendo nella rete di una truffa.
1. Rifiuta di darti informazioni precise per telefono
Se al telefono non ti dicono né il nome dell’azienda, né dove si trovano, né la partita IVA → diffida subito.
2. Evita di darti un preventivo anche indicativo
Un vero fabbro ti può dire: “Dipende dal problema, ma una semplice apertura costa da 80 a 120 euro”. Chi ti dice “vediamo quando arrivo” o peggio, si rifiuta di stimare… ha qualcosa da nascondere.
3. Arriva senza logo, divisa, documenti
Se chi arriva non ha un mezzo aziendale, né un badge identificativo, né un biglietto da visita con P.IVA… è molto probabile che tu stia per essere truffato.
4. Insiste per cambiare subito la serratura
Spesso dicono frasi come:
“Questa serratura non è a norma”
“È vecchia, la forzo e poi la cambiamo”
“Il cilindro europeo lo devo mettere nuovo per forza”
Ma in moltissimi casi non è vero. È solo un modo per gonfiare il conto.
5. No POS, no ricevuta
Ultimo campanello d’allarme: ti viene detto che si accetta solo contanti, che “non funziona il POS” o che “non fanno ricevute per interventi urgenti”. Un vero professionista rilascia sempre ricevuta o fattura, anche per lavori veloci.
Chi si trova a dover affrontare un problema alla porta di casa, come una serratura bloccata o una chiave spezzata nella toppa, di solito è sotto stress. Magari è sera, o piove, o c’è un bambino da mettere a letto, o semplicemente si ha urgenza di entrare. In quei momenti è facile lasciarsi convincere da chi sembra sicuro di sé e offre una soluzione rapida. È proprio su questa reazione emotiva che fanno leva i truffatori che si fingono fabbri: sanno che nessuno ha il tempo di fare ricerche approfondite mentre è in strada davanti a una porta chiusa. Sanno anche che molte persone, in buona fede, tendono a fidarsi di chi arriva in seguito ad un click su un annuncio di internet.
Quello che succede, però, è che dietro a quell’apparenza da tecnico esperto non c’è una vera competenza, né tantomeno un’attività registrata. Non c’è una sede, non c’è una partita IVA funzionante, spesso non c’è nemmeno un nome reale. Si tratta di persone che improvvisano, si presentano al momento e scompaiono subito dopo aver ricevuto il pagamento. A volte nemmeno lavorano direttamente: ricevono la chiamata da un call center, si presentano sul posto e fanno finta di capire cosa succede, magari rompono intenzionalmente la serratura o fanno danni maggiori per giustificare l’intervento. A quel punto propongono di sostituire tutto, sempre con una certa urgenza, e spesso chiedono importi altissimi.
Il cliente, che nel frattempo si sente in difficoltà, finisce per accettare anche una cifra spropositata, pur di rientrare in casa o risolvere il problema. L’importo viene richiesto in contanti, e non viene rilasciata alcuna ricevuta. Nessuna garanzia, nessuna possibilità di fare un reclamo, nessun documento che provi che la persona è intervenuta. Questo è quello che accade, ogni giorno, a decine di cittadini. E il problema si è aggravato da quando è sempre più facile posizionare annunci online anche senza avere un’attività reale. I motori di ricerca non sono in grado di distinguere tra un fabbro vero e un intermediario generico, e non hanno l’obbligo di verificare la corrispondenza tra partita IVA e contenuti pubblicitari.
Per questo motivo è importante rivolgersi solo a fabbri riconoscibili, che siano identificabili sul territorio, che abbiano un sito con informazioni trasparenti, una sede reale e, soprattutto, che siano in grado di fornire un preventivo prima ancora di uscire. Noi, ad esempio, abbiamo fatto di questa trasparenza il nostro modo di lavorare. Ogni giorno riceviamo chiamate da persone che ci dicono: “Ho già avuto una brutta esperienza, adesso voglio sapere prima quanto spendo”. E la risposta è sempre la stessa: sì, lo diciamo subito. Ogni nostro intervento comincia con una domanda al cliente: qual è il problema? Se è una serratura bloccata, spieghiamo cosa può causare il blocco e quali sono le opzioni possibili. Se si tratta di una chiave spezzata o di una porta blindata bloccata, diciamo fin dall’inizio qual è il costo del sopralluogo, e se viene conteggiato oppure no in base all’esito.
La truffa del finto fabbro: come riconoscere un fabbro autentico
Nel nostro caso, il costo di chiamata viene comunicato prima, tramite un preventivo scritto, senza sorprese, e se il lavoro non viene effettuato per scelta del cliente, non pretendiamo centinaia di euro per il solo “arrivo sul posto”. Ci sono stati casi in cui abbiamo semplicemente aperto una porta senza dover sostituire nulla, e lo abbiamo fatto al prezzo pattuito, senza approfittare della situazione. La nostra filosofia è che chi ci chiama non deve sentirsi in trappola, ma in mani sicure. Non ci interessa “fare il colpo” una volta sola: vogliamo che le persone si ricordino di noi quando avranno ancora bisogno.
Un altro aspetto fondamentale è che forniamo sempre una ricevuta, anche per il più piccolo degli interventi. Questo garantisce al cliente di avere una prova dell’operazione eseguita, ma soprattutto è il segnale che dietro c’è un’azienda vera, con responsabilità e reputazione. Chi lavora bene non ha paura di mettere il proprio nome sulle cose. Non c’è bisogno di inventarsi scuse, di nascondersi dietro numeri anonimi o di fingere guasti più gravi di quelli che sono. Il cliente deve avere la possibilità di scegliere liberamente, e per farlo ha bisogno di informazioni chiare, fin dall’inizio.
Per questo motivo, ogni volta che riceviamo una chiamata, chiediamo al cliente se ha già ricevuto un preventivo da qualcun altro. Se la risposta è sì, lo analizziamo insieme. A volte ci rendiamo conto che quel preventivo è incompleto o eccessivo, a volte è corretto ma manca di trasparenza. In entrambi i casi, il nostro obiettivo non è abbassare il prezzo a tutti i costi, ma spiegare cosa stiamo facendo e perché. In tanti casi, è proprio questo atteggiamento che ci fa scegliere: non il costo più basso, ma la sensazione di potersi fidare. E in un settore come il nostro, questo fa tutta la differenza.
Riceviamo spesso segnalazioni da persone che hanno vissuto esperienze molto spiacevoli con “fabbri” trovati online, e che poi hanno scoperto che non esisteva nessuna azienda dietro quel numero. Alcuni di loro ci raccontano di aver pagato più di 500 euro per un intervento che si sarebbe potuto risolvere con una spesa di un terzo. In altri casi, la persona che è arrivata non ha nemmeno fatto il lavoro promesso, ma ha chiesto comunque un pagamento. Questi episodi sono più frequenti di quanto si pensi, e spesso non vengono denunciati perché le vittime si vergognano, oppure credono di non avere strumenti per far valere i propri diritti.
Ecco perché continuiamo ogni giorno a lavorare con lo stesso metodo: chiarezza, disponibilità, costi comunicati prima, niente sorprese. Chi ci contatta sa che riceverà sempre un preventivo spiegato in modo semplice, e che potrà decidere con calma se procedere. Nessun obbligo, nessuna pressione. Solo un servizio fatto come si deve, da persone vere, in carne e ossa, che vivono e lavorano sul territorio e mettono la faccia in quello che fanno.