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Importanza della pulizia dei condizionatori per prevenire il coronavirus

Coronavirus: l’importanza di pulire i condizionatori per prevenire il COVID-19

Come abbiamo visto nel corso dell’ultimo anno e mezzo per evitare di contagiarsi con il virus è necessario prendere importanti precauzioni, una di queste è sicuramente pulire e sanificare il proprio condizionatore. Infatti pulire i filtri, controllare le batterie e le bacinelle di raccolta della condensa può risultare decisivo per rendere gli edifici più sicuri e ridurre la trasmissione del Coronavirus, per fare ciò è meglio rivolgersi ad una ditta di assistenza condizionatori specializzata.

A prescindere dal attuale virus, pulire il proprio condizionatore è una precauzione che andrebbe presa a prescindere. È infatti noto che questo processo porterebbe comunque un grande giovamento al nostro stato di salute.

Per questa ragione preservare un livello qualitativo alto del nostro ambiente è parte importantissima dei programmi di sanità pubblica. Numerosi sono stati i medici, gli operatori sanitari e gli esperti a suggerire questa soluzione. Secondo un pensiero unanime, in questo momento di pericolo ed incertezza dato dalla pandemia si ritiene assolutamente opportuno e si consiglia di effettuare preventivi controlli atti a ridurre il rischio di contagio relativo ad una non adeguata sanificazione degli ambienti. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità è possibile ripulire e sanificare i condizionatori nelle seguenti maniere:

    • Fare attenzione alle istruzioni ed ai dosaggi dei prodotti di pulizia, leggendo con attenzione le modalità d’uso raccomandati sulla confezione;
    • Munirsi di guanti ed apparecchi di protezione personale prima di procedere con l’operazione di sanificazione. Una volta fatto, iniziare a pulire gli ambienti interessati, utilizzando acqua e sapone oppure, in alternativa, alcol etilico al 75% o ipoclorito di sodio al 0,5%;
    • Assolutamente non mischiare due prodotti diversi, in maniera particolare prodotti contenenti candeggina o ammoniaca con altre soluzioni;
    • Arieggiare l’ambiente sia durante la sanificazione, sia a pulizia ultimata.

È necessario però ricordare che la trasmissione del virus è possibile solo ed esclusivamente attraverso l’interazione tra due o più individui. Il virus infatti si diffonde mediante minuscole goccioline, generate da tosse, starnuti, ma anche dai semplicissimi gesti del parlare o del respirare. Per evitare queste goccioline, chiamate anche droplet, basta mantenere un una certa distanza dagli individui circostanti, in quanto questi droplet sono capaci di propagarsi solamente a distanza ravvicinata.

Anche se non ci sono certezze sulla propagazione del virus via aria, anche se dall’inizio della pandemia è sempre rimasto un tema attuale, ed una questione non del tutto chiarita. Nel bel mezzo del primo lockdown, due ricercatori, supportati da oltre 200 colleghi, hanno fatto recapitare all’Organizzazione Mondiale della Sanità una lettera riguardante proprio la diffusione del COVID-19 via aerea, sollecitando maggior attenzione da parte di tutta la comunità medica mondiale, riconoscendo il potenziale pericolo della propagazione aerea del SARS-CoV-2. Secondo i due scienziati, la potenziale esposizione al virus tramite le goccioline respiratorie è significativa. Dunque sono raccomandate misure preventive per mitigare la diffusione del virus per via aerea.

Nessuna novità quindi rispetto a quelle che ormai sono diventate le nostre abitudini. Non ci resta però solo che aspettare risultati di eventuali prossimi studi riguardanti l’argomento. Tuttavia, virologi specializzati convengono che l’ipotesi del contagio attraverso l’aria non è assolutamente da escludere. La trasmissione della malattia in ambienti pubblici, affollati, chiusi e scarsamente ventilati va comunque tenuta in considerazione. Tuttavia le prove raccolte nel corso della pandemia non risultano sufficienti per poter dare una risposta definitiva.

Ulteriori dubbi però, sono stati sollevati da un articolo sulla rivista Emerging Infectious Diseases, in cui viene fatto presente come l’aria condizionata ha portato allo scoppio di un focolaio COVID-19 in un ristorante nella città cinese di Guangzhou. Precisando,bisogna dire che però lo studio presentava dei limiti di tipo metodologico,per ammissione dei stessi medici cinesi, non sono state fatte simulazioni del flusso d’aria nè test sierologici sugli individui negativi al tampone presenti all’interno del ristorante.

La celebre rivista americana Forbes asserisce, infatti, che davanti ad un singolo studio bisogna avere un atteggiamento cauto, atteggiamento spesso non avuto da media e politici, tendenti, a volte, ad enfatizzare notizie anche senza fondamento. Di conseguenza è consigliabile accogliere lo studio fatto da Emerging Infectious Diseases con assoluta cautela, per evitare, anche, di creare un inutile panico tra le persone.

Di tutt’altro avviso è il governo britannico, secondo cui il rischio di un contagio da Coronavirus tramite aria condizionata, è se praticamente nullo. Esortando la popolazione a continuare ad usare i propri impianti di areazione come sempre fatto. Ciononostante, qualora venisse utilizzato un sistema di ventilazione centralizzato capace di muovere e far circolare l’aria in ambienti diversi, si consiglia di disattivare i ricircolo e di utilizzare una sorgente d’aria fresca.

In conclusione, come si utilizza il condizionatore negli ambienti domestici?

Senza ombra di dubbio, l’utilizzo del condizionatore garantisce il giusto ricambio d’aria negli ambienti domestici, magari anche aprendo le finestre per aiutare la circolazione dell’aria in maniera naturale. L’aumento del ricambio d’aria in maniera naturale concilia, infatti, la riduzione della presenza di fattori inquinanti nell’aria, riducendo il rischio di contagio negli ambienti chiusi. Questa abitudine, permette inoltre di ridurre il disagio percepibile in ambienti scarsamente ventilati e quindi ridurre notevolmente i sintomi di mali come: mal di testa, irritazioni ad occhi e a gola, affanno, difficoltà respiratorie, asma, allergie varie, problematiche cardiovascolari e riduzione delle prestazioni cognitive.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità è preferibile aprire finestre e con un affaccio su strade assenti di traffico con traffico limitato. Inoltre si consiglia di lasciare le finestre aperte durante la notte, in particolar modo nei giorni molto afosi. Sempre l’Istituto Superiore di Sanità esorta a far effettuare il ricambio in modo frammentario,aprendo le finestre per pochi minuti ma più volte al giorno. Così facendo, si eviterà che l’aria diventi troppo secca e quindi pericolosa per eventuali infezioni nasali, si manterrà una temperatura ideale compresa tra i 24 ed i 26 gradi Celsius e si annullerà totalmente la presenza di eventuali odori spiacevoli nella stanza.

A questo punto ci rimane solo una domanda a cui dare risposta, quale è il giusto comportamento da avere negli ambienti lavorativi?
Il primo punto da stabilire è che per lavorare c’è necessità di condizioni di assoluta sicurezza, quindi obbligatorio rispettare distanze e indossare mascherine negli spazi comuni. Al fine di chiarire questa questione l’Istituto Superiore di Sanità ha redatto una serie di utili consigli da metter in pratica:

    • È fondamentale garantire a tutto l’ambiente lavorativo un buon ricambio d’aria, sfruttando l’apertura di finestre e balconi, portando all’interno del locale aria fresca e pulita e allo stesso tempo ridurre la presenza degli inquinanti, dei cattivi odori e dell’umidità;
    • Ovviamente il ricambio d’aria ha l’obbligo di tener presente il numero dei lavoratori presenti nell’ambiente, dell’attività svolta e del tempo impiegato nello svolgerla. Migliorare la disposizione delle postazioni può rivelarsi un grande alleato della salute dei lavoratori;
    • Aprire finestre e balconi che si affacciano su strade poco trafficate o nei periodi di minor transito;
    • Mantenere attivi, negli edifici dotati di impianto di ventilazione, l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7;
    • Per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni nell’aria è preferibile eliminare la funzione del ricircolo dell’aria, in caso contrario aprire finestre e balconi per pochi minuti, ma più volte al giorno;
  • Negli edifici dotati di fancoil si consiglia di mantenere l’impianto in funzione in modo continuo, programmando una periodica pulizia dei filtri dell’aria.
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